04 agosto 2009

first time Holga?

ecco le prime foto pubblicate tra quelle fatte con l'Holga 120N: sono tutte fatte con pellicola B/N Ilford Delta400 scaduta, trovate su Ebay, e poi scansionate con un Epson V500+Vuescan.

(ho perso una mattinata a capire quali erano i settaggi per me più efficaci per scansionare quei negativi... alla fine ho trovato una mia configurazione partendo da questo thread sul gruppo Fotografia Analogica Italia su Flickr e poi personalizzando un po' e creando dei file .DNG da esportare con Lightroom. tutto questo potrà cambiare nell'immediato futuro comunque...)

prima di tutto è venuta fuori una serie abbastanza eterogenea di tre foto (un fotohaiku):


  1. I dreamt of Duchamp he and I in a meadow blue

  2. whilst our little bodies twisted in carousel swerves

  3. and then the world oh the world all fall down


Get the flash player here: http://www.adobe.com/flashplayer


evocare Duchamp come nume tutelare nella prima Holgafoto pubblica mi pare quantomeno calzante... quel librone è una retrospettiva sulla produzione di Duchamp su un lato e sull'altro una raccolta di effemeridi. la pala che si vede è il famoso readymade che chiamò "in previsione di un braccio rotto" (in advance of a broken arm), e anche questo mi pare molto calzante.

la seconda foto è la giostra in Piazza della Repubblica a Firenze. l'avevo chiamata provvisoriamente "carosello", e questo mi ha fatto venire in mente un verso di Hullo Angel di Death In June, che fa:

Well, Hullo Angel
A Gift and a Smile
Well, Hullo Angel
As We walk a Crooked mile

And a Twisted Man
Leans on twisted sticks
With children's laughter
Hanging from swings

Well, Hullo Angel
And the skipping rope turns
Whilst little bodies twist
In carousel swerves

Well, Hullo Angel
It's the End of The World
Well, Hullo Angel
At the End of your Tether

Well, Hullo Angel
Time for Sleep
Well, Hullo Angel
Time for Prayers

That which is Falling
Should also be Pushed
That which is Crawling
Should also be Crushed!


anche questo mi è sembrato davvero calzante.

l'ultima foto è uno specchio spezzettato, visto lo stesso giorno in una installazione nel cortile di Palazzo Strozzi, ad opera di Yves Netzhammer, chiamata Inventories of abstraction, nel cortile della Strozzina; ci si intravede il Palazzo a pezzi spezzati. il titolo è in pratica la versione anglofona del "girogirotondo".

e sì, questo poi, calzava proprio fino in fondo...
tutto mi torna, perché, per onorare al meglio la qualità surreale e onirica delle immagini che escono fuori da una Holga, non c'è proprio niente di meglio di un fotohaiku che inizia evocando il Dadaismo in qualità di Araldo dell'Anti-arte e termina nientemeno che con la fine del mondo. e nel mezzo ci abbiamo messo anche una bella canzone.
missione compiuta!

e poi altre due, slegate tra di loro:

double voyage




zeitmaschine




la prima è una doppia esposizione in treno. l'idea era quella di fare un'aureola a Silvia, ma poi, grazie all'utilissimo mirino della cara Holga, sono riuscito solo a centrarle gli occhiali; non che l'effetto sia male.
il "doppio viaggio", comunque sia, è sia quello nello spazio, del treno, che quello nella propria mente, che accompagna il primo.
guardi fuori dal finestrino, i paesaggi scorrono come fotogrammi, non si riesce a fissarli che qui il pulsante di pausa non esiste, e intanto un pensiero segue l'altro, si costruiscono castelli in aria sulle colline che si muovono all'orizzonte, il serpente si morde la coda, e ci si perde sia dentro che fuori.

l'ultima foto è una "macchina del tempo", perché pare una foto degli anni '70, e non qualcosa di contemporaneo.
e anche questo fa molto Holga.